Il 40% degli italiani dichiara di condurre una vita sedentaria e sono oltre 23 milioni i connazionali che prediligono la poltrona, secondo il punto di osservazione privilegiato del Coni.
Dato, purtroppo, in accordo con le ultime stime diffuse da Istat in base alle quali solo il 21,9% dichiara di praticare attività sportiva in modo continuativo, il 9,2% in maniera saltuaria, mentre il 29,7% dichiara di praticare qualche forma di attività fisica come passeggiate di almeno 2 km, nuoto, pedalate in bicicletta o svolgere altre forme di attività motoria
Le attuali linee guida raccomandano infatti a tutte le persone, sia che abbiano il diabete oppure no, di effettuare regolarmente, almeno 3 volte a settimana, attività fisica.
“Non solo le attività aerobiche quali il cammino, il nuoto e la bicicletta, ma anche l’allenamento di forza, mediante sollevamento di pesi liberi o l’utilizzo di macchine specifiche, producono effetti positivi sulla salute e in particolare sul controllo glicemico e sui fattori di rischio cardiovascolare” dice Silvano Zanuso, Research & Communication Manager di Technogym e Visiting Professor in Clinical Exercise Science presso l’Università di Greenwich, Londra.
“Anche una singola sessione di attività fisica a bassa intensità si è dimostrata in grado di ridurre l’iperglicemia nelle successive 24 ore ma, è bene sottolinearlo, i reali benefici si hanno quando attività fisica ed esercizio strutturato diventano componenti dello stile di vita” conclude Zanuso.
Principali motivazioni ed ostacoli alla pratica di un’attività fisica regolare
Nonostante i benefici dimostrati è difficile adottare stili di vita più attivi e vincere la pigrizia. Alla base sicuramente ci sono barriere che ostacolano sia a livello individuale sia collettivo.
- Mancanza di tempo, stanchezza,
- Mancanza di motivazione e di supporto da parte della famiglia
sono alcuni ostacoli denunciati al raggiungimento di uno stile di vita più attivo.