Una delle sfide più urgenti che tutte le comunità
si troveranno a combattere dopo il COVID19
sarà quella di incentivare in ogni modo
un cambiamento generalizzato di abitudini nella popolazione.
Il covid ci ha messo di fronte amplificandoli,
a problemi con cui stavamo già confrontandoci da un po’.
Lo stile di vita attuale è ormai
largamente dimostrato é disfunzionale alla vita,
sia dell’essere umano che degli ecosistemi che ci ospitano.
Il proliferare di patologie croniche,
depressioni e burnout,
impone ad aziende pubbliche,
private e istituzioni di iniziare una seria politica
per aiutare le persone a recuperare
stili di vita più consoni alla nostra evoluzione.
La pressione sul sistema nervoso
oggi ha raggiunto livelli pericolosi
e sommata ad altre cattive abitudini,
come sedentarietà,
cibi trasformati consumati in condizioni di stress (magari davanti ad un computer),
condizioni ambientali e relazionali sempre più pesanti,
sta generando nelle persone livelli di infiammazione cronica sempre più diffusi,
alimentando un circolo vizioso di malessere,
disfunzionalità e predisposizione alla malattia di qualunque tipo,
virale e cronica.
Come dimostrato da studi premiati con nobel di economia comportamentale,
facilitare il cambiamento verso sane abitudini
potrebbe essere molto meno complesso di quanto si crede.