Torniamo a parlare di sane abitudini e di quanto esse siano legate a quelle strettamente famigliari.
Scopriremo nel prezioso contributo delle nostre esperte di psicologia (prof. Claudia Mazzeschi e dott.ssa Sinesi) quanto la salute dei nostri bambini sia all’interno dei tempi scanditi dalla famiglia in fatto di:
- sonno;
- screen time (tempo passato davanti allo schermo di tv o tablet o videogiochi);
- tv in camera.
la riflessione che riportiamo focalizza di nuovo l’attenzione sul fatto che siamo noi genitori a scegliere cosa mettere in tavola, quando (e come) mettere a letto i bambini, come allestire la loro cameretta etc…
Sane abitudini di sonno per prevenire l’obesità infantile: un affare di famiglia.
L’obesità infantile, negli ultimi anni sempre più di frequente, viene considerata in una prospettiva che vede l’implicazione del ruolo dei genitori, piuttosto che del solo bambino, in quanto i genitori sono i mediatori dei comportamenti del proprio figlio, potenzialmente funzionali e disfunzionali per la sua salute.
Questa prospettiva ha, quindi, aperto la strada ad interventi atti a contrastare l’obesità infantile, basati sulla famiglia (family based treatment); tali interventi si sono mostrati essere i più efficaci e duraturi nel tempo, proprio in virtù del ruolo che i genitori hanno sia nel riconoscere il problema-obesità che nell’essere facilitatori di stili alimentari e di vita sani e, più diffusamente, dello stato di benessere psicologico dei bambini e della famiglia in generale.
I ricercatori del Family Resiliency Center dell’Università dell’Illinois, centro statunitense guidato dalla Prof.ssa Fiese che si occupa di diffondere la conoscenza e le pratiche che rafforzano la capacità delle famiglie di promuovere la sana crescita dei propri figli, si sono concentrati sulle routine familiari, che rappresentano potenziali fattori di rischio per l’obesità infantile.
Da questi studi è emerso che i genitori che lavorano fino a tardi, spesso, per poter trascorrere del tempo insieme ai loro figli ne posticipano la messa a letto, non consentendo loro, quindi, di dormire un numero di ore sufficienti (almeno 10 ore per notte). Inoltre, gli studi hanno messo in luce quanto sia fondamentale spegnere la televisione e tutti i dispositivi elettronici almeno 30 minuti prima di andare a dormire, per potersi dedicare ad attività rilassanti, come un bagno o la lettura di una fiaba. Sarebbe opportuno che anche i genitori, dopo aver messo a letto i bambini, seguissero le medesime indicazioni.
Gli stessi ricercatori del Family Resiliency Center dell’ Università dell’Illinois hanno condotto, di recente, lo studio “Parent routines, child routines, and family demographics associated with obesity in parents and preschool-aged children” con l’obiettivo di analizzare contestualmente le routine protettive di 337 bambini in età prescolare e del genitore primariamente coinvolto nella cura del figlio. I ricercatori hanno scelto di focalizzarsi sulle routine che agiscono da fattori di protezione nel diminuire la prevalenza dell’obesità, piuttosto che sui fattori di rischio che ne aumentano la prevalenza.
In particolare, le due routine protettive dei genitori valutate dallo studio, erano rappresentate dalla quantità adeguata di sonno (almeno 7 ore per notte) e dalle routine legate al pasto della famiglia. Per quanto riguarda i figli, le quattro routine protettive erano rappresentate dalla quantità adeguata di sonno (almeno 10 ore per notte), dalle ruotine legate al pasto della famiglia, dalla limitata quantità di tempo trascorso davanti ad uno schermo (meno di 2 ore al giorno) e dall’assenza della televisione nella loro camera.
Secondo lo studio, i bambini che non dormono a sufficienza presenterebbero un maggior rischio di essere in sovrappeso rispetto a quelli impegnati regolarmente in almeno tre delle routine protettive.
Lo studio ha evidenziato la correlazione tra il numero di ore di sonno del genitore e le ore di sonno del figlio. Un sonno migliore del genitore è, dunque, legato ad un sonno migliore del bambino che è, a sua volta, legato alla diminuzione del rischio connesso all’obesità infantile. E’ fondamentale, quindi, che i genitori siano coinvolti negli interventi che promuovono cambiamenti negli stili di vita, soprattutto nella fase prescolare, in quanto essi sono i principali regolatori dei comportamenti dei loro figli.
FONTE:http://www.eurobis.it

