Facilitare la transizione verso sane abitudini nella popolazione
sarà uno dei punti principali su cui le politiche socio sanitarie dovranno puntare.
La recente pandemia ha evidenziato quanto le condizioni di
salute psico fisica delle persone siano determinanti,
non solo nel decidere l’evoluzione del decorso della malattia,
ma anche per determinare il clima sociale.
Le recenti ricerche delle grandi Università Internazionali ,
stanno dimostrando sempre più chiaramente
come le condizioni fisiologiche dell’organismo
risentano pesantemente del clima emotivo e viceversa.
I comportamenti violenti ,
aumentati durante questo periodo,
sono la prova dello stretto collegamento tra corpo e mente.
No alla privazione per l’essere umano
Quando il corpo umano viene privato
di attività che hanno contraddistinto la nostra evoluzione,
come la pratica di attività fisica e socialità,
aumentano le pressioni sul fronte psicologico ,
già elevate a causa della paura diffusa ,
esponendoci a perdite di equilibrio e reazioni esagerate ,
dovute alla iper attivazione del sistema nervoso simpatico.
Quello che la natura ha previsto idoneo per reagire
ad eventi stressanti come un combattimento per la sopravvivenza;
ma inadatto per la vita sociale e relazione che trovano invece giovamento
dall’attivazione prevalente del sistema nervoso parasimpatico,
dominante nei momenti di calma e serenità.
La consapevolezza
Facilitare l’instaurarsi di maggiore consapevolezza nella popolazione
su come gestire al meglio la chimica organica
nei momenti di difficoltà é sfida possibile,
ma servono azioni concrete a sostegno ,
come l’incentivazione dell’attività fisica ( e non la negazione)
e la guida verso tutte le attività che possono contribuire
a pacificare tranquillizzare e abbattere l’aggressività.
Educare alle scienze del benessere é
un investimento sul futuro della società,
e forse mai come adesso se ne avverte il bisogno.