E’ tempo che ogni cittadino si assuma in proprio la responsabilità della
propria salute .
Noi abbiamo diritto all’assistenza sanitaria ma non alla salute .
La salute non è un diritto essendo determinata in larga parte dai
comportamenti e dalle abitudini personali , bensì un dovere di ogni cittadino
responsabile .
E’ tempo che imprese e famiglie si assumano l’onere di educare le persone
alla consapevolezza e al mantenimento delle condizioni di equilibrio minime
per il mantenimento di una buona salute .
La pubblicità ci ha spinto inconsapevolmente a diventare consumatori
anziché persone ma il prezzo di questa rivoluzione sociale lo stiamo pagando
tutti con disagio malattia e bilanci dei sistemi sanitari sull’orlo del fallimento .
La durata della vita grazie ai farmaci si e allungata ma la qualità della vita ha
subito la sorte opposta, i bambini in sovrappeso o diabetici sono in aumento,
la sedentarietà giovanile ha raggiunto livelli da allarme planetario tanto da
costringere l’OMS ha varare un piano di azione straordinario nel 2018 .
I governi dovrebbero passare dal dire al fare, stimolando e premiando
aziende e cittadini che dimostrano ” responsabilità sociale ” adottando
strategie idonee per il contrasto della sedentarietà e il miglioramento dello
stile di vita .
Serve una piccola rivoluzione sociale che sposti nuovamente il focus dal
prodotto alla persona, solo persone sane e felici infatti costruiranno aziende e
comunità virtuose, non il contrario .
Basta delegare ad altri, ognuno di noi può dare un contributo al
cambiamento, iniziamo dalla nostre famiglie , diffondiamo e alimentiamo la
cultura della salute e del rispetto dell’ambiente in cui viviamo, conviene a noi
e alla collettività .