Si può affermare che il Functional Training (allenamento funzionale) è fisiologia!
Consiste semplicemente nel somministrare al corpo stressors che vadano ad incrementare i diversi parametri fisiologici, non colpendo il sistema da un unico “lato”, ma facendo arrivare orde di stimoli a cascata.
Quindi, in tale contesto, ben vengano metodi che usino principi propri del
- Body Building,
- Weightlifting,
- kettlebell,
- atletica, ecc…
lo stimolo in tal senso deve essere teso ad aumentare tutti i parametri da un punto di vista estetico, salutistico e funzionale.
A chi non è mai capitato di vedere mostri di ipertrofia che non riuscivano neanche a fare una trazione alla sbarra?
Nuotatori che avevano un massimale di squat equivalente al peso di un litro d’acqua?
A Runners che avevano la stessa coordinazione di un atleta della forchetta?
O di qualche persona dedita ai sovraccarichi che non riusciva neanche a piegarsi in avanti per toccare con i palmi delle mani le proprie tibie?
Quindi l’allenamento funzionale è una moda od una necessità?
Per cui, tale metodo dovrebbe essere visto e spulciato in tutte le sue accezioni, scopi ed obiettivi.
Quali obiettivi
DIVERSIFICAZIONE DEGLI STIMOLI ALLENANTI.
L’intento è quello di creare una macchina capace di adeguarsi ad ogni situazione, dal poter sollevare un carico massimale, allo spostarsi velocemente, al saltare più in alto possibile, ma anche a fare una spaccata frontale.
PER IL RECUPERO MENTALE E FISICO.
Si pensi ad un atleta specialista di lancio del giavellotto, getto del peso, o a un corridore.
Tali soggetti passano la maggior parte dei loro allenamenti ripetendo sempre lo stesso gesto, con le dovute differenze in base al periodo agonistico e alle scelte dell’allenatore.
Si può immaginare quale stress possa essere per la mente ripetere una sequenza motoria fino all’esasperazione – certo per raggiungere la maestria sportiva è essenziale – ma senza dubbio bisogna ammettere che per quanta passione si possa avere, per quanta carica agonistica si abbia a disposizione, la noia può cominciare a fare capolino.
Si pensi anche allo stress imposto alle strutture deputate all’esecuzione e stabilizzazione del movimento (muscoli, tendini, capsule articolari, cartilagine, legamenti ecc…), nel ripetere sempre gli stessi angoli di lavoro, gli stessi carichi (quasi sempre), la stessa applicazione della forza.
Tutto ciò significa ripetitività, il che vuol dire essere esposti ad usura, quindi ad infortunio.
PER UN MAGGIORE STIMOLO COORDINATIVO.
Maggiore è il vissuto motorio della persona o atleta che sia, maggiore sarà il rendimento, sia davanti ad un compito motorio già acquisito, quindi strutturato a livello coordinativo, sia al presentarsi di una situazione nuova.
Inoltre, i veri incrementi prestazionali quando si lavora con attrezzi o semplicemente con qualunque gesto che faccia parte di un allenamento in generale – sia quando si parli di ipertrofia, delle diverse componenti della forza, che delle diverse componenti della resistenza – può avvenire in modo efficace quando il sistema nervoso ha già assimilato il movimento, quando ha già eliminato le componenti superflue e di adattamento al compito.
ALTRE ESIGENZE FISIOLOGICHE.
Qui di esempi se ne possono fare a bizzeffe, cominciamo con la tanto agognata massa muscolare, meta ambita dalla maggior parte degli utenti delle sale attrezzi. L’ipertrofia è nient’altro che l’aumento delle proteine contrattili, del sistema connettivale, della rete capillare e dei depositi energetici a livello del muscolo, a cui partecipa, da quanto si è mostrato recentemente anche dall’aumento delle fibre muscolari stesse, l’iperplasia.
A parte questa eccessiva semplificazione, la massa muscolare può avere finalità puramente estetiche, parliamo allora dell’ipertrofia estetica, od essere necessaria per svolgere una data attività, in tal caso detta ipertrofia funzionale. La prima utilizza i metodi propri del Body Building e va alla ricerca del volume e della proporzione tra i diversi distretti del corpo. L’ipertrofia funzionale, invece, è specifica per ogni sport, per ogni tipo di attività, e si adegua quindi alle richieste specifiche e tende ad un optimum peculiare per ogni attività sportiva.
Ora, l’aumento della massa muscolare, momento cardine per ogni preparazione fisica che si rispetti, sia che si tratti poi di estetica o funzionale, può accompagnarsi ad alcuni problemi, come ad esempio degli squilibri tra i diversi muscoli, esacerbazione di alcuni paramorfismi ed alterazioni posturali.
Ancora, il lavoro con i sovraccarichi, come si conosce ormai benissimo, durante le contrazioni muscolari limita e a volte impedisce in alcune fasi la circolazione sanguigna, è risaputo che una contrazione già del 20% di 1RM inizia a creare problemi al circolo arterioso in un determinato distretto, e al 50% di 1RM vi è completa occlusione dei vasi.
Ancora, la cintura da sollevamento peso e la manovra di Valsalva, espedienti utilizzati in qualsiasi lavoro con i pesi di una certa rilevanza, esplicano la loro funzione attraverso l’aumento della IAP (intra abdominal pressure) che si stima intorno ai 0-3 mmHg, e si instaura in un limite fisiologico entro i 10 mmHg, con le dovute differenze dovute alla sede di misurazione, posizione del paziente, fase respiratoria, ec…può essere aumentata dalla tosse, dal vomito, starnuti, defecazione, dalla manovra di Valsalva prima citata e dall’attività fisica, durante la quale può arrivare a picchi di anche 100 mmHg.
Alcune attività, quindi, possono portare ad alzare la pressione sanguigna, intratoracia, intraddominale ecc… portare a diminuzione, certo brevissima, del reflusso di sangue al cuore; con la possibilità inoltre di poter così aumentare problemi nel caso vi siano emorroidi, ernie iatali, ecc… diversificare lo stimolo in tutti questi casi, adeguando tempi di recupero, stimoli che tendano a rafforzare i vari sistemi, potrebbe essere utile in un quadro di prevenzione e mantenimento di tutti questi parametri sotto il giusto controllo.